Mi ero fermata al bar per fare merenda, dopo aver scoperto che come atteso Palletta non frequenterà l nido comunale. I baristi erano un ragazzo e una ragazza simpatici. Avevo Palletta nella fascia, unico modo di portarlo in giro se sono da sola. La barista si avvicina e mi fa tutte le domande di rito, mi dice che ha un figlio anche lei e poi parla velocemente di molti bambini. Non capisco bene e le chiedo allora quanti figli ha. Dice che ne ha uno solo, e vedo sul suo viso *quello* sguardo e capisco tutto, anche prima che continuando a parlare mi dica che è stato voluto, che non è stato facile. Allora le sorrido e le dico che la capisco, che Palletta è stato frutto di una Fivet. Lei si illumina e mi parla della sua, di Fivet, del dolore dell’infertilità, di suo marito. Ho avuto l’impressione che si sentisse sola e che fosse una liberazione parlarne. E invece ovunque racconti questo percorso scopro tante coppie che lo percorrono, che l’hanno percorso.
Non bisogna avere paura, condividere ti fa sentire meno sola.
Al bar
9 Maggio 2012 di claravu
Eh gia’, e’ sempre un rischio parlarne, ma per la mia esperienza ne vale la pena, noi al corso preparto eravamo in 3 su 14 ad aver fatto la Fivet, e ora sta nascendo una bella amicizia 🙂
certo Alessia, ci mancherebbe solo aprirsi con qualche imbecille! 🙂
Anche io la penso come Alessia non mi va di dirlo a tutti,che poi la infertilità tocca tutte due, e spiegare, neanche i miei suoceri hanno capito bene, solo un nostro caro amico, ma non per paura dei pregiudizi, la prima domanda che ti rispondono è chi dei due? Non esiste un chi dei due è minore a casa nostra davanti agli altri.E ‘ poi un bel segreto..Non ho capito perchè non iscrivi Palletta all’asilo comunaleß Qui non esistono i nidi.. cioè dei bambini piccoli piccoli ..Ciao Claravu sogni d’oro commento te e chiudo..
Devo fare una precisazione. Io finchè ci sono stata dentro, leggasi più o meno fino a gravidanza inoltrata, non volevo assolutamente parlarne, il nervo era troppo scoperto, e non avrei potuto sopportare giudizi affrettati o facili moralismi. Adesso quei momenti sono passati, spero per sempre, e posso parlarne e ne parlo tranquillamente. Non me ne frega niente dei pregiudizi, e se qualcuno mi dicesse qualcosa farei spallucce. Ma so che ci sono tante persone che ci sono dentro che hanno bisogno di sapere che non sono sole.
Marica, a volte è difficile, è vero, ma d’altra parte tu hai sempre parlato del tuo percorso e sei una delle piche blogger che conosco che non usa pseudonimi, sei stata molto coraggiosa!
Vale: una mamma ‘dev’essere’ essere felice!
Frida: quando mi sentivo così fragile ci stavo male quando sentivo persone superficiali sputare giudizi.
Alessia: se pensi che non capirebbero fai bene a non parlarne! Meglio così che rischiare l’incidente diplomatico perché hai usato violenza fisica su di loro.
Ilaria: quanto è vero!
Alex: un nervo scoperto può essere terribilmente doloroso…
che bello, e come sei stata coraggiosa. io ho paura a parlarne perchè ho paura dei giudizi affrettati e crudeli delle persone. però è vero condividere alleggerisce il peso che protiamo.
Valeria provo a rispondere al tuo MAH. È vero di tutte queste cose non se ne parla mai abbastanza ma se ne parla anche a sproposito. Perciò a volte, secondo me, è meglio selezionare l’interlocutore 😉
a volte pero’ e’ difficile parlarne ;-/
pensavo che la ricerca della maternita’ e la maternita’ sono avvolte in un alone di magia che spesso non c’e’. Voglio dire c’e’ chi fa la Fivet chi ha un aborto spontaneo chi entra in depressione durante la gravidanza chi dopo. Non si parla mai abbastanza di tutto questo. Insomma bisogna dire che siamo rimaste incinte al primo tentativo, che da quel primo tentativo e’ nato un bimbo bellissimo, che quel bimbo dormiva sempre e che non ci ha mai fatto venire voglia di scappare via. MAH.
Boh, ovvio che non sono donna e che non ho figli ma però non riesco veramente a comprendere tutta questa paura di parlarne…
Non è solo un problema di riservatezza ma anche un aiuto per superare i problemi, consigli pratici, insomma non può essere che un beneficio!
—Alex
Guarda sono d’accordissimo. Ieri alla radio chiama uno per un giochino e dice sono Tizio, la dj chiede se sia sposato e lui risponde di si, ma senza figli, e lascia intuire che non arrivano e la dj dice che ci sono tante coppie in queste condizioni bla bla. Insomma per partecipare ad un gioco alla radio non è che devi raccontare tutta la tua vita, ma si capiva proprio che questo padre mancato aveva una gran voglia di buttare fuori tutto il dolore, il vissuto, la storia. Non bisogna avere paura hai ragione, ma dall’altra parte c’è sempre un’incognita nell’interlocutore purtroppo. baci
Che bel momento! misono commossa
però a me di dirlo ai parenti proprio non mi va
In giro nn mi faccio problemi se capita.. ma di dirlo a tutti, proprio tutti quelli che conosco..mah preferisco non condividere